Terremoto del Belice

⇒ 14 gennaio 1968, terremoto del Belice. Nella notte si consuma la prima grande catastrofe nazionale del dopoguerra. Un violento evento sismico colpì una vasta area della Sicilia occidentale. La Valle del Belice, compresa tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo. Il bilancio definitivo della tragedia è di centinaia di morti, un migliaio di feriti, quasi centomila persone rimaste senza tetto. Il dramma della Sicilia commuove profondamente il Paese. Aiuti e soccorritori arrivano da ogni parte d’Italia e d’Europa.

Il resoconto fornito dagli inviati dei grandi giornali del tempo permette una ricostruzione dei fatti e della storia del periodo. Il giornalista Giovanni Russo, inviato del Corriere della Sera, nel suo viaggio attraverso tutti i centri colpiti intervistò molti dei superstiti, descrivendo senza enfasi il disastro che si era compiuto. Gibellina, Salaparuta e Montevago erano stati rasi al suolo.

I superstiti vivevano in uno stato di totale indigenza. Centinaia i morti tra le macerie delle povere case crollate. Migliaia di feriti, con enorme difficoltà, furono trasportati negli ospedali di Palermo, Sciacca e Agrigento.

«La tragedia più grave è toccata a Montevago: l’intero paese è stato distrutto dalle macerie. Sono state estratte oltre duecento vittime»

Il Corriere della Sera di martedì 16 gennaio 1968 riporta a tutta pagina la notizia dell’evento. L’inviato speciale Giovanni Russo nel suo articolo di fondo a tutta pagina “Il momento della fraternità” scrisse:

«Ancora una volta il terremoto alza la bandiera nera del lutto in Sicilia. Ancora una volta le notizie giungono a strappi , disordinatamente, dai piccoli telegrafi dell’estremo sud, corrono le campagna tonde e le piane deserte dell’isola, e confermano nel corso della notte che le tragedie meridionali si ripropongono spietatamente. È come nel 1818. È come nel 1908, anche se, fortunatamente, il numero dei morti è inferiore a quello di Messina […] “Uno spettacolo da bomba atomica”. Così il pilota delle squadriglie di soccorso ha sintetizzato le sue impressioni dopo aver sorvolato la zona del Trapanese e dell’Agrigentino dove interi paesi sono stati distrutti»

 

Terremoto del Belice

Corriere della Sera di martedì 16 gennaio 1968

«Non c’è soluzione oltre il silenzio, il dolore, il lutto, la solidarietà. Non c’è margine oltre la coscienza di un comune destino umano che ci lega, sud e nord, al di sopra delle differenze che possiamo cancellare. Non c’è sfogo che nella rassegnazione amara. Nonostante riforme, progressi buona volontà politica, corsi storici diversi, ecco infatti un immutabile sud che resta immutabile nei suoi lutti repentini. La catastrofe è di proporzioni nazionali»

Giovanni Russo

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