Buongiorno 2000
«Buongiorno a un futuro che riserva molte incognite ma che vogliamo e dobbiamo guardare con ottimismo. Dalla crescita della popolazione all’alimentazione, dalla ricerca genetica al cambiamento del clima, dalle tendenze della moda e dello spettacolo alla conquiste dello spazio, dal sentimento religioso allo sviluppo della mente, ecco le sfide che ci aspettano. La speranza é sempre la stessa: rendere il mondo un po’ migliore. Un impegno che il Corriere condivide con chi, come Amnesty International ed Emergency, si batte in prima linea. Per dare fiducia ai bambini di oggi e di domani»
«Che strano, irripetibile giorno, questo Capodanno come al solito pervaso da una doppia sensazione: un leggero mal di testa da libagioni; attenuato da quella sottile brezza che investe tutti quando seppur simbolicamente qualcosa accade. Stupirsi di quel numero 2, che ritenevamo così lontano da apparire raggiungibile solo leggendo Asimov o Orwell, oppure viaggiando nel tempo con Verne. Oggi è come se la nostra normalità apparisse diversa, quasi ultraterrena»
A seguito dell’articolo del direttore, il pensiero di Indro Montanelli che rimpiange il secolo vissuto ma che crede fortemente alla possibilità di cambiare le cose per scongiurare la perdita della voglia di vivere comune.
«Certo, abbiamo vissuto un’epoca drammatica, ma era piena di passioni, di personalità, di avvenimenti terribili e grandiosi. Quella di oggi non è storia, è cronaca. Le beghe politiche sono risse tra serve»
Tra passato e futuro anche Enzo Biagi pone il suo pensiero e scrive:
«Come sempre è tempo di riepiloghi, di bilanci e di previsioni. I conti ognuno li fa come meglio crede: sceglie le storie e i protagonisti col metro dell’interesse o delle affinità. Andrei cauto nel concedere credito anche ai pronostici o alle profezie: l’unico nella mia memoria, che ha dimostrato di prenderci è il Frate Indovino, quello dell’almanacco, che nel 1987 aveva presagito la caduta del muro di Berlino. Sbagliò appena di qualche mese: vada per i politologi che erano in ritardo di alcuni anni»
Buongiorno 2000
Corriere della Sera di sabato 1 gennaio 2000
«Le ricorrenze dicono o cercano di dire che il tempo è circolare e che tutto ritorna e dunque che non c’è la morte oppure che, se c’è, è seguita dalla resurrezione, come accade al chicco di grano sotto la neve. Naturalmente questo è vero solo in parte, perché il tempo è più un fiume che un mare, porta via tutto o quasi tutto e restituisce poco o niente. Ma in parte è vero, perché anche ciò che è fuggito spesso ritorna, l’infanzia ci viene incontro nei momenti più inattesi, le persone amate e scomparse nel buio si allontanano ma anche riappaiano e ce li si ritrova accanto, un amore antico riemerge forte e intenso. I lineamenti e il sorriso di un bambino restituiscono un volto perduto e ripescato dopo molti anni dalle acque della morte»
Claudio Magris
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