Alberto Sordi
«Sor Marchese, è l’ora» battuta ripresa da uno dei suoi film più celebri, Il marchese del Grillo
«“Presidente, nomini Alberto Sordi senatore a vita” invocava in prima pagina questo giornale il 15 giugno del 1995 mentre l’interessato festeggiava il settantacinquesimo compleanno. Inutile avere oggi rimpianti perché la proposta cadde allora nel vuoto. Alcune delle obiezioni erano già previste: “Il laticlavio concesso a un attore? A un comico? A un macchiettista?”. Però, aggiungeva l’articolo, nell’anno centenario dell’invenzione dei fratelli Lumière bisogna avere il coraggio di guardare il cinema in faccia; e la faccia del cinema nel nostro Paese non può essere quella di Alberto Sordi»
Corriere della Sera di mercoledì 26 febbraio 2003
«Ci piaceva perché ci compiacciamo, e non ci piaceva perché non ci piacciamo. In ogni personaggio di Alberto Sordi, amatissimo gestore del luogo comune e della retorica nazionale, c’è il nostro destino più goffo. Di sicuro c’è Sordi nei nostri ospedali, dove il dottor Tersilli, con una marchetta per colonna sonora, continua a ricoverare i sani a pagamento e a mandare a casa i malati senza soldi. C’è Sordi a Montecitorio, in ogni onorevole spocchioso e sospettabile di corruzione. E c’è Sordi persino nei politici che stanno organizzando, domani in piazza San Giovanni, un altro funerale di propaganda, manifesto programmatico di un’identità»
Francesco Merlo
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