Ayrton Senna

Ayrton Senna
1 maggio 1994
Giornali storici presenta:
Ayrton Senna
La Gazzetta dello Sport di martedì 3 maggio 1994 titola:
«Con Senna muore questa Formula 1»
L’ombra della morte attende Ayrton Senna a Imola, nello spazio compreso tra la pista e il muro di contenimento della curva Tamburello. Non c’è margine di manovra, non c’è tempo per la reazione. Il piantone dello sterzo che si rompe, la carambola della Williams, la velocità che in poco meno di due secondi scende da 310 a 211 km/h, l’impatto col muretto. A uccidere il brasiliano a soli 34 anni è un un braccetto della sospensione, proiettato dall’angolazione dello schianto dritto verso il suo casco. Lo colpisce sopra l’occhio destro, la ferita è mortale.
Nell’articolo dedicato dal titolo: “La tragedia in un mare d’ipocrisia” a cura del direttore Candido Cannavò possiamo leggere:
«La tragedia supera ogni confine, diventa il fatto più eclatante del pianeta Terra, supera tutte le Bosnie e le Ruande sanguinose. E allora insorgono alcune domande anch’esse mostruose. Esiste una commozione vera e una televisiva? […] La pietà per l’uomo che se n’è andato in quel modo così agghiacciante è immensa. L’uomo dico, al di là del campione. Senna merita questo distinguo: lui aveva la grandezza e la vulnerabilità di Fausto Coppi […] Con Senna a Immola non è morta la Formula 1, ma “questa” Formula 1 uscita dai confini già inquietanti del suo rischio naturale. Bisogna tornare indietro e correggere gli errori più vistosi. Subito. Altrimenti sarà la fine»
Il passato è la memoria del presente.

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La Gazzetta dello Sport di martedì 3 maggio 1994

«Alle 14.17 del primo maggio, mentre tanta Italia sciamava nei prati, si è sparsa la voce che Senna stava morendo sulla pista di Imola. E allora è avvenuto un fatto mostruoso, tipico dell’era televisiva: la più grande celebrazione della morte in diretta e del suo fascino irresistibile»
Candido Cannavò

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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»

Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006

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