«Con Senna muore questa Formula 1»
«La tragedia supera ogni confine, diventa il fatto più eclatante del pianeta Terra, supera tutte le Bosnie e le Ruande sanguinose. E allora insorgono alcune domande anch’esse mostruose. Esiste una commozione vera e una televisiva? […] La pietà per l’uomo che se n’è andato in quel modo così agghiacciante è immensa. L’uomo dico, al di là del campione. Senna merita questo distinguo: lui aveva la grandezza e la vulnerabilità di Fausto Coppi […] Con Senna a Immola non è morta la Formula 1, ma “questa” Formula 1 uscita dai confini già inquietanti del suo rischio naturale. Bisogna tornare indietro e correggere gli errori più vistosi. Subito. Altrimenti sarà la fine»
La Gazzetta dello Sport di martedì 3 maggio 1994
«Alle 14.17 del primo maggio, mentre tanta Italia sciamava nei prati, si è sparsa la voce che Senna stava morendo sulla pista di Imola. E allora è avvenuto un fatto mostruoso, tipico dell’era televisiva: la più grande celebrazione della morte in diretta e del suo fascino irresistibile»Candido Cannavò
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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»
Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006