Charlie Chaplin

25 dicembre 1977, Charlie Chaplin. Nel giorno del Santo Natale un piccolo pensiero va alla persona che ha dedicato la sua vita per la felicità altrui. Le sue interpretazioni sono adamantine, immortali, scolpite per sempre nella storia del cinema. Viviamo nel sogno della pace con l’evoluzione di un mondo che si ostina a fare la guerra. L’auspicio di un cambiamento consapevole e di una nuova umanità, fondata su progresso, tolleranza e sulla libertà ci è stata tramandata da Charlie Chaplin nel suo meraviglioso monologo dal film “Il grande dittatore”. «Voi ,voi il popolo avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità, voi il popolo avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi in nome della democrazia usiamo questa forza, uniamoci tutti!».

Sul Corriere della Sera di martedì 27 dicembre 1977 Ettore Mo scrive: «Se n’è andato nel sonno, di stanchezza e di vecchiaia dolcemente, come ha detto il suo medico per spiegare le cause di questo trapasso con una formula meno gelida. Aveva ottantotto anni. Gli sopravvivono la moglie, dieci figli, i nipoti. Gli sopravvive, sopratutto Charlot». Una vita in bianco e nero la sua. Rivedendo i suoi film possiamo oggi riscoprire i colori della sua anima.

Charlie Chaplin.

Corriere della Sera di martedì 27 dicembre 1977

«Il tempo deciderà; e dirà se lo scroscio di risa che accompagna oggi il corpo di Charlie Chaplin sporgente sull’abisso sia lo stesso che sollevano le cadute di Ridolini; o se abbia in sé alcunché di più doloroso e consapevole, come pensano taluni, come penso lo stesso talvolta»

Eugenio Montale

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