«Delirio Lazio: campione!»
«Il cantastorie del pallone, le voci della strada, i tecnici dei bar, ispirati magari dal nubifragio di Perugia, giurano: “L’ha voluta il Cielo”. Noi scendendo più in basso diciamo: l’ha voluta il Calcio. L’ha voluto il Calcio, perché le vicende delle due partite di ieri sono state vicende pulite di puro pallone, a parte il subdolo secondo rigore della Lazio. E il gol scudetto fatale per la Juve e storico per la Lazio, lo ha segnato un lottatore di provincia che si chiama Calori. Il destino lo ha ripagato di quei sospetti ingiusti che gli erano piovuti addosso l’anno scorso, dopo la confessione vigliacca di un falso pentito. L’ha voluto il Calcio, perché la Lazio è una società moderna, di caratura europea , e una squadra affascinante. È mancata di continuità, ma non si è mai arresa»
La Gazzetta dello Sport di lunedì 15 maggio 2000
«Sono le 18 e 4 minuti del 14 maggio 2000. La Lazio è Campione d’Italia!»Riccardo Cucchi«C’è voluto un romanista come me per far vincere uno Scudetto alla Lazio»Carlo Mazzone
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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»
Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006