Disastro aereo di Monaco
«Il pilota non vide, forse nel turbinio della neve, il grosso capannone che si erigeva a circa trecento metri dal campo? Si dovrebbe ritenere di no, o, se lo vide, non fece più in tempo a scansarlo. L’apparecchio cozzò contro il muro anteriore del capannone con l’ala destra, che si spezzò, e l’urto fu talmente violento che lo stesso aeroplano si ruppe in due pezzi, circa a metà della fusoliera. No c’era attorno anima viva, nessuno ha visto la tragica scena»
Corriere della Sera di venerdì 07 febbraio 1958
«Quei ragazzi hanno finito di esser fanciulli nel breve attimo in cui una scossa, uno scroscio, un rombo li hanno avvertiti del fosco tranello teso dal destino. In un attimo si sono fatti dolorosamente uomini, forse senza lasciar loro che una frazione di tempo per rendersene conto. La lunga fanciullezza era finita. Il cielo si rivelava una ben triste e infiammata mannaia»
Orio Vergani
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