Il discorso della Corona

Il discorso della Corona
 
23 marzo 1939

Giornali storici presenta:
Il discorso della Corona
 
Il Corriere della Sera di venerdì 24 marzo 1939 titola a tutta pagina:
 
“Il discorso del Re Imperatore. L’avvenire dell’Italia fascista garantito dalle armi e dalla coscienza unitaria nazionale”
Vittorio Emanuele III inaugurò la XX Legislatura pronunciando il rituale Discorso della Corona, concordato, come da prassi, con il capo del governo, Benito Mussolini.
 
Il Re imperatore disse:
 
“Per mettere in valore le risorse del suo Impero l’Italia, pur non cullandosi nella illusione della pace perpetua, desidera che la pace duri il più a lungo possibile”
Al termine del suo discorso i parlamentari intonarono “gli inni della rivoluzione fascista” e, dopo l’uscita dei Reali, tributarono “un’ardente manifestazione di devozione e di affetto al Duce”. Se la Camera “dei Fasci e delle Corporazioni” era totalmente asservita a Mussolini, il Senato ne era in gran parte succubo o latitante.

Nell’articolo di fondo dal titolo: ‘L’altra parola’, a cura della Redazione, possiamo leggere:
 
“Il discorso della Corona per l’inaugurazione della Legislatura resterà fra i più importanti della storia politica e parlamentare d’Italia. Misurato e pacato, esso evita ogni spunto drammatico; non contiene volutamente nessuna frase atta a impressionare le folle: ma ciò che più colpisce in esso è appunto quel suo tono tranquillo e deciso, quella sintesi ordinata di una situazione interna e internazionale piena di incognite alla quale conviene opporre una serena e ferma volontà di governo e di popolo”
Tutta la prima pagina è dedicata all’evento. Al centro del giornale, due grandi foto ritraggono il Duce, Galeazzo Ciano e gli altri ministri intenti nell’ascoltare il discorso del Re Imperatore.

Il passato è la memoria del presente.
 

 
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Il Corriere della Sera di venerdì 24 marzo 1939

“Il discorso della Corona all’inizio della trentesima Legislatura esprime dunque, con sobria efficacia, quale è il programma ciclopico concepito da Mussolini per l’Italia di oggi e di domani; lo esprime , naturalmente, nelle grandi linee, nel contenuto storico essenziale. A suo tempo lo conosceremo nei particolari analitici, nella fase emozionante dell’esecuzione”
 
Redazione Corriere della Sera

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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»

Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006

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