Il processo di Verona
«Eliminare i traditori; in particolar modo quelli che sino alle ore 21,30 del 25 luglio militavano, talora da parecchi anni, nel Partito e sono passati nelle file del nemico”. L’ultima aggiunta pare inserita per cercare di dare copertura a Ciano e agli altri»Benito Mussolini
«…dei delitti di tradimento ed aiuto al nemico per avere – a seguito di più incontri, e segnatamente nell’occasione del voto emesso dal Gran Consiglio del Fascismo, il 25 luglio 1943 in Roma – in concorso fra loro, tradendo l’idea, attentato all’indipendenza dello Stato; ed aver nociuto, mediante l’azione più appropriata ad avviare illusioni di una pronta pace qualunque, tanto alla resistenza del Paese quanto alle operazioni delle Forze armate, prestando così aiuto al nemico»
«Alle 9.15 è annunziata l’entrata del Tribunale straordinario. I componenti, che indossano la camicia nera, stanno per alcuni momenti in piedi, rigidi, ciascuno al posto assegnato. Gli imputati, gli avvocati, il pubblico, salutano a braccio proteso, nel silenzio profondo. Entra, quindi, il presidente del Tribunale straordinario. L’Avv. Aldo Vecchini risponde al saluto e invita i convenuti a sedere. Il processo ha inizio»
Corriere della Sera di mercoledì 12 gennaio 1944
«Stamane, alle ore 9, i cinque condannati alla pena di morte: De Bono, Ciano, Gottardi, Marinelli e Pareschi, sono stati trasportati, dal carcere degli Scalzi, al luogo di esecuzione. Essi sono stati assistiti dal cappellano delle carceri, don Chiot, e dal frate francescano Dionisio Zilli, che durante la notte avevano loro recato il conforto religioso. Alle 9.20 la sentenza é stata eseguita mediante fucilazione»
Redazione Corriere della Sera
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