Il rogo di Primavalle

Il rogo di Primavalle
16 aprile 1973
Giornali storici presenta:
Il rogo di Primavalle
Il Corriere della Sera di martedì 17 aprile 1973 titola a tutta pagina:
«Bruciati vivi due figli di un missino. Il paese sgomento per l’ondata di violenza»
A Primavalle, Virgilio e Stefano Mattei, figli di Mario Mattei, segretario della sezione locale del Movimento Sociale Italiano, perdono la vita in un incendio che si rivelò un vile atto di terrorismo politico dei militanti comunisti di Potere Operaio, Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo. Condannati, saranno protagonisti di una storia giudiziaria infinita.
Nell’articolo di spalla “La fortezza assediata” a cura di Gianfranco Piazzesi possiamo leggere:
«C’erano mille modi per sopprimerlo, perché Mattei, già minacciato, non poteva certamente permettersi una guardia del corpo, e aveva pensato a difendere la sua vita e  quella dei suoi cari comprando due estintori; invece si è scelto il mezzo più comodo, barbaro e vile. Qualche stagna di benzina e una fiammata, non importa se nel rogo sarebbe morto anche un ragazzo di otto anni. Questo delitto rivela soltanto rozzezza e bestialità: chi lo ha commesso ha mostrato l’ottusità morale e intellettuale del mostro […] Chi ha appiccato il fuoco di Roma, nella casa del missino Mattei, non si proponeva di eliminare soltanto un nemico: ha colpito un uomo, la moglie e i suoi sei figli, con una brutalità che neppure il più acceso fanatismo potrebbe giustificare»
Il passato è la memoria del presente.

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Il Corriere della Sera di martedì 17 aprile 1973

«L’episodio di Primavalle rivela certamente insolidabili abissi di odio e di brutalità, concepibili soltanto in un contesto sociale come è quello delle borgate romane, ormai giunto a un limite estremo di degradazione; ma insieme esso non è dissimile da quelli che lo hanno preceduto: è un momento, solo più vistoso e allucinante di tutti gli altri, della crisi di fondo che ormai scuote il paese»
Gianfranco Piazzesi

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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»

Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006

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