Il terremoto dell’Aquila

Il terremoto dell’Aquila
 
6 aprile 2009

Giornali storici presenta:
Il terremoto dell’Aquila
 
Il Corriere della Sera di martedì 7 aprile 2009 riporta la notizia a tutta pagina con il titolo:
 
«Macerie e morte in Abruzzo»
La città dell’Aquila presenta ancora una ferita aperta così come lo sono i nostri cuori per l’Abruzzo e il terremoto che in trenta secondi ha provocato 309 vittime, abitanti della sua stessa esistenza che sono diventati il senso di colpa, la rabbia e l’amarezza. Il terremoto consistette di una serie di eventi sismici, iniziati nel dicembre 2008 e terminati nel 2012, con epicentri nell’intera area della città, della conca aquilana e di parte della provincia dell’Aquila (Alto Aterno, Monti della Laga e bassa Valle dell’Aterno). La scossa principale, avvenuta il 6 aprile 2009 alle ore 3:32, ha avuto una magnitudo momento (Mw) pari a 6,3, con epicentro nella zona compresa tra le frazioni di Roio Colle, Genzano di Sassa e Collefracido, interessando in misura variabile buona parte del territorio posto a cavallo tra Italia centrale e Italia meridionale. Come ha sottolineato di recente il presidente Sergio Mattarella:
 
«Il Paese seppe reagire, mobilitando tutte le proprie energie, mentre gli abitanti dell’area colpita dal sisma trovarono la forza per iniziare a ricostruire le case, i luoghi di lavoro, le scuole, per recuperare – per quanto possibile – le bellezze artistiche. Il percorso di rinascita di quella terra è divenuto un traguardo e un patrimonio civico comune»

Nell’articolo di fondo dedicato dal titolo: “La terra impazzita e i giuramenti mai mantenuti”, a cura del corrispondente Gian Antonio Stella, possiamo leggere:
 
«Non c’è passero che voli, nel cielo azzurro di Onna. Non una rondine  che sfrecci. Non una cinciallegra che canti. Solo il silenzio. Un silenzio gonfio di disperazione. Rotto solo dal pianto di qualche parente e dal rumore del caterpillar che affondano le pale tra le rovine tirando su qualche cucchiaiate di quotidianità annientata»
Nel taglio alto, una panoramica della devastazione del sisma e nella parte centrale la disperazione su una bara di una vittima colorano questa triste pagina.

Il passato è la memoria del presente.
 

 
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Il Corriere della Sera di martedì 7 aprile 2009

«Alle quattro del pomeriggio, tra i ciliegi e i meli in fiore di Onna, l’antica Villa Unda nota al papa Clemente III, è già chiaro che non bastano, tutte quelle casse di legno chiaro fatte arrivare a più riprese fin dalla mattina e allineate da una parte, sotto il tronco di una robinia. Un poliziotto stende sull’ultimo poveretto estratto dalle macerie, infagottato tra coperte e lenzuola, un pezzo di nastro adesivo da pittori. Ci scrive un nome col pennarello»
 
Gian Antonio Stella

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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»

Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006

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