L’Hellas Verona è Campione d’Italia

L’Hellas Verona è Campione d’Italia
12 maggio 1985
Giornali storici presenta:
L’Hellas Verona è Campione d’Italia
La Gazzetta dello Sport di lunedì 12 maggio 1985 titola:
«Verona campione!»
L’Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli ottiene contro l’Atalanta quel punto che mancava per la certezza matematica del primo (e unico) scudetto della sua storia. Furono in totale 15 vittorie, 13 pareggi e 2 sconfitte, con imprese indimenticabili come il gol senza scarpa messo a segno dal danese Preben Elkjaer alla Juventus, a consegnare ai gialloblù quello scudetto, unico e irripetibile.
Nell’articolo di fondo dal titolo: “Nove mesi di dolcezza” a cura del direttore Candido Cannavò possiamo leggere:
«Ci sentiamo quasi disarmati: in tanti mesi di “veronite acuta” gli elogi sono pressoché esauriti. Caro Verona, goditi questo scudetto: e cerca di restare “grande” o quanto meno all’altezza dell’amore spontaneo che ti sei conquistato […] Anche se la gioia è immensa, noi pensiamo che il “momento magico” di questo scudetto veronese è stato quello del primo approccio, come avviene del resto in ogni incontro d’amore. Nulla si può sostituire alla sensazione dell’attimo in cui si scopre che qualcosa di bello sta maturando, magari un capolavoro. […] Il Veneto, grande e storica miniera del nostro sport, non aveva mai goduto di una soddisfazione del genere. Questo scudetto applaudito da tutti realizza, quindi, un atto di giustizia, riafferma la credibilità del nostro campionato e dà anche coraggio a chi, sfidando le gerarchie calcistiche, al modello Verona intende accostarsi»
Il passato è la memoria del presente.

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La Gazzetta dello Sport di lunedì 12 maggio 1985

«Per lo scudetto vinto dal Verona bisogna ringraziare lo spogliatoio. Erano dei ragazzi che andavano d’accordo fra di loro. Il migliore ricordo di quell’anno è proprio lo spogliatoio. Avevamo cambiato solo i due stranieri che si trovarono subito benissimo con il resto del gruppo. Il mio preferito? Non si può dire. Era un gruppo che andava d’accordo e non c’erano preferiti»
Osvaldo Bagnoli

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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»

Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006

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