Incendio al cinema Rio di Sclessin

Incendio al cinema Rio di Sclessin
 
3 aprile 1955

Giornali storici presenta:
Incendio al cinema Rio di Sclessin
 
Il Corriere dell’Informazione di lunedì-martedì 4-5 aprile 1955 riporta la notizia in prima pagina con il titolo:
 
«Trentanove morti presso Liegi per l’incendio di un cinema»
Al cinema “Rio” di Sclessin (sobborgo di Liegi), poco dopo l’inizio di un film, scoppiò improvvisamente un incendio. Un bimbo italiano fece appena in tempo a dare l’allarme che già le fiamme avevano raggiunto il soffitto. Seguirono scene di panico tra gli spettatori intenti nel fuggire dalla navata centrale. Ma in quel tragico frangente non tutti persero la testa. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, una ragazza di tredici anni, Jeannine Rombault, entrò più volte nella sala per soccorrere le compagne in pericolo. Cadde, vittima del suo eroismo, dopo aver tratto in salvo tre bambine. Delle 150 persone presenti, trentanove persero la vita. Di queste, ventidue erano bambini.

Nell’articolo dedicato, a cura del corrispondente sul posto, possiamo leggere:
 
«Un fulmineo tragico incendio ha completamente distrutto ieri nel pomeriggio il cinema “Rio” a Sclessin, un villaggio industriale considerato un sobborgo di Liegi. Trentanove i morti estratti sinora dalle macerie, e fra di essi numerosi lavoratori e figli di lavoratori italiani. Gli spettatori erano circa centocinquanta»
Nel taglio basso, testimonianze sull’eccidio di Colombaia di Carpineti, che portò all’uccisione di Giovanni Munarini ed Afro Rossi, due esponenti del mondo cattolico reggiano.

Il passato è la memoria del presente.
 

 
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Il Corriere dell’Informazione di lunedì-martedì 4-5 aprile 1955

«Lotte, che il capo della polizia ha definite “furibonde”, si svolgevano intanto nello spazio compreso fra i cordoni di protezione e il cinema in fiamme, fra gli agenti e coloro i quali non essendo riusciti a trovare i figli, tentavano di superare la barriera del fuoco per andare a cercare i bambini nel cinema. I crolli si facevano sempre più gravi e frequenti, e anche due pompieri erano stati ustionati»
 
Corrispondente del Corriere della Sera

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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»

Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006

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