Incendio del cinema Statuto
«Chi va al cinema di domenica? Chi sceglie la domenica per andare sulle nevi a sciare? Nei morti di Torino e di Champoluc, nei morti straziati dal fuoco e in quelli piombati nel vuoto della montagna, c’è forse la risposta a queste domande […] L’ombra della morte su una domenica come questa ha una cupezza più atroce, un senso più desolato. La morte ha teso il suo doppio agguato verso quelli che, nella domenica, vedono ancora un simbolo che per tanta gente è perduto […] Le inchieste e le notizie non arriveranno mai dietro quell’estremo velo che copre come un sudario i corpi delle vittime: il velo insondabile dietro cui i nostri passi, i nostri desideri, le nostre voglie d’una domenica felicemente diversa si trasformano in una cabinovia che precipita o in una poltrona che brucia»
«Cento metri più avanti, dove i piloni seguono il tracciato dell’ovovia e dove la montagna si inerpica, i rottami delle tre cabine che il cavo ha abbandonato. Piccoli cartocci di lamiera»
Corriere della Sera di lunedì 14 febbraio 1983
«Adesso cominceranno le inchieste. Bisognerà spiegare perché il minuscolo “guscio” di una cabinovia è improvvisamente impazzito lungo il cavo che scavalca un abisso. Bisognerà spiegare da dove e come sia spuntato il fuoco che ha acceso il rogo nel cinema di Torino»
Giulio Nascimbeni
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