«Catturato il capo della mafia»
«È con uno sfogo ironico finalmente strappato alla cautela che Piero Grasso ha commentato l’arresto del padrino di Cosa Nostra: “L’acchiappa fantasmi ha funzionato, visto che era considerato un fantasma…”. Un modo per rispondere al dileggio di chi, dentro i suoi stessi uffici, l’accusava di rincorrere solo una “icona” della mafia». Nell’articolo interno Dino Martirano scrive: «Forse a giudicare dalla pacatezza dei suoi movimenti, c’è da immaginare che Bernardo Provenzano l’abbia già immaginato mille volte questo film che la Squadra Mobile di Palermo attendevano da 43 anni. È il film della sua cattura che ora lui interpreta nel ruolo del protagonista»
«La sua foto segnaletica del 1959 ormai serviva poco, ma le righine d’inchiostro concentriche lasciate dai polpastrelli sul cartoncino erano quelle. Le stesse impresse quasi mezzo secolo fa in un caserma dei carabinieri»
Il Corriere della Sera di mercoledì 12 aprile 2006
«Aveva appena infilato un foglio nella macchina da scrivere, battendo le prime parole: «Carissima, amore mio…». Ma è stato l’ultimo «pizzino», l’ultimo bigliettino scritto dal gran capo di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, ammanettato ieri alle dieci del mattino in un casolare a due chilometri dalla sua Corleone dopo 43 lunghissimi e ben protetti anni di latitanza»Felice Cavallaro
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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»
Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006