L’ora delle decisioni irrevocabili

L’ora delle decisioni irrevocabili
10 giugno 1940
Giornali storici presenta:

L’ora delle decisioni irrevocabili

Il Corriere della Sera di martedì 11 giugno 1940 titola:
«Popolo italiano corri alle armi. Folgorante annunzio del Duce. La guerra alla Gran Bretagna e alla Francia. Dalle Alpi all’Oceano Indiano un solo grido di fede e di passione: Duce!»

Il 10 giugno del 1940, dal balcone di Piazza Venezia, con le celebri parole ai “Combattenti di terra, di mare, dell’aria“, il Duce annuncia l’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, l’ora delle decisioni irrevocabili. Benito Mussolini era realmente convinto che la Germania nazista avrebbe vinto la guerra in breve tempo. Su queste basi, e su una sopravvalutazione drammatica delle forze armate italiane, trascinò il paese in una tragedia infinita che, di fatto, segnerà l’inizio della fine del suo regime.

Nell’articolo dedicato dal titolo “Vinceremo” a cura della Redazione possiamo leggere:
«Nella superba adunata popolare di ieri sera il Duce ha pronunciato la parola tanto attesa. L’Italia entra in guerra. L’Italia accetta la sfida che da tanti anni la hanno lanciato le plutocrazie occidentali. L’Italia fa appello ai suoi soldati , ai suoi marinai, ai suoi aviatori, al suo popolo tutto per risolvere una buona volta i problemi che aduggiano la sua vita internazionale. Essa ricorre alla forza perché le è stata, dovunque e sempre, opposta la forza quando faceva appello alle ragioni della giustizia […] La vittoria sarà nostra. Ci auguriamo ch’essa sia rapida e completa. Comunque siamo fermamente decisi ad ottenerla e il nostro cuore ci dice che l’otterremo, piena , assoluta, luminosa, romana, mussoliniana. Così come l’abbiamo intravista nella storica sera del 10 giugno, la sera del grande annuncio della suprema decisione»

Il passato è la memoria del presente.


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Il Corriere della Sera di martedì 11 giugno 1940

«La Provvidenza ha voluto che noi fossimo costretti contro i nostri stessi propositi a difendere la libertà e l’avvenire dei nostri popoli in combattimento contro l’Inghilterra e la Francia. In quest’ora storica nella quale i nostri eserciti si uniscono in fedele fratellanza d’armi, sento il bisogno d’inviare a Vostra Maestà i miei più cordiali saluti. Io sono della ferma convinzione che la potente forza dell’Italia e della Germania otterrà la vittoria sui nostri nemici. I diritti di vita dei nostri due popoli saranno quindi assicurati per tutti i tempi»

Adolf Hitler

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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»

Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006

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