Samuel Kinkead
«Kinkead si apprestava a superare i limiti della velocità toccata dal maggiore De Bernardi e in un istante la sua macchina meravigliosamente perfezionata, un prodigio meccanico, è precipitata come una pietra ed egli, uno dei più esperti piloti britannici, uno dei migliori aviatori del mondo, impotente a servirsi della sua abilità, della sua esperienza e della sua mirabile freddezza, è scomparso nel profondo del mare legato al seggiolino del suo idrovolante. La tragedia è stata così fulminea che la cronaca ne è per forza tacitiana»
Corriere della Sera di martedì 13 marzo 1928
«L’assaltatore valoroso del più bel record d’Italia, il pilota passato alla morte dall’ebrezza tremenda dei cinquecento chilometri all’ora, merita l’onore delle armi. La terra di Centurione e di Borra, caduti nell’allenamento alle altissime velocità, comprende più di ogni altra il dolore britannico e l’Aeronautica italiana partecipa al lutto della flotta inglese dell’aria»
Redazione Corriere della Sera
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