Strage dell’Heysel
«Strage a Bruxelles. Prima della finale di coppa Campioni Juve-Liverpool gli inglesi scatenano una folle guerra nello stadio. Morti 47 tifosi. Sono quasi tutti italiani»
«Il calcio ha conosciuto ieri sera la più grande tragedia della follia. Una montagna di morti, una strage, una carneficina. Tremano le mani a scrivere queste parole che sono il macabro mosaico di quella che avrebbe dovuto essere la finalissima della coppa dei Campioni. Bruxelles, dinanzi agli occhi di tutta l’Europa, è diventata una specie di Beirut, assurda, fanatica, barbara. Indignazione e sgomento si mescolano alla pietà per chi ha lasciato la vita. Ma neanche la tragedia ormai palpabile ha placato quelle orde della peggiore teppaglia inglese, che hanno continuato a far la guerra inquadrate dalle telecamere, lugubri campioni di una giornata che non sarà mai possibile dimenticare»
Il passato è la memoria del presente.
La Gazzetta dello Sport di giovedì 30 maggio 1985
«A questo punto, dovremmo dirvi qualcosa su quel grottesco svolgimento della partita, un autentico insulto, appena giustificato da patetiche misure di sicurezza. Ma l’ultima cosa che interessi, a tragedia ancora calda, è chi abbia o non abbia vinto questa coppa maledetta»
Candido Cannavò
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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»
Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006