Strage di via dei Georgofili
«Tornano le stragi, morte a Firenze»
«Un tuono nella notte. Urla. Disperazione. Feriti. Morti. E al mattino successivo pianto, disperazione. Il Paese intero svolge lo sguardo a Firenze che in questo giorno terribile torna ad essere la capitale d’Italia: dapprincipio l’apprensione è per le vittime; poi per le opere d’arte. Finché il giudice Vigna non ci informa che è stata una bomba. E, a questo punto, mentre si accavallano le prime rivendicazioni e interpretazioni, l’apprensione si trasforma in incubo»
«Torna dopo cinquant’anni il segno tragico della violenza nel cuore di Firenze e, se possibile, torna con un grado di spietatezza che neppure la guerra aveva raggiunto»
Il passato è la memoria del presente.
Il Corriere della Sera di venerdì 28 maggio 1993
«L’attacco terroristico è stato attuato con cento chili di tritolo, ma per lunghe ore, in una città comunque sconvolta dalla sciagura, si era continuato a pensare a un incidente. Invece, nella tarda mattinata, i dubbi hanno lasciato posto alla certezza più sconvolgente: qualcuno aveva piazzato un’autobomba. Tredici giorni dopo l’attentato romano ai Parioli, l’offensiva nel cuore di Firenze, una sfida a tutto il Paese.»
Baglivo, Lattes e Monti
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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»
Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006