Strage di via dei Georgofili

Strage di via dei Georgofili
27 maggio 1993
Giornali storici presenta:

Strage di via dei Georgofili

Il Corriere della Sera di venerdì 28 maggio 1993 titola:
«Tornano le stragi, morte a Firenze»
È stato un attentato terroristico compiuto da Cosa nostra nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993 tramite l’esplosione di un’autobomba in via dei Georgofili a Firenze, nei pressi della storica Galleria degli Uffizi. Lo scoppio dell’autobomba, imbottita con 277 chilogrammi di esplosivo, provocò l’uccisione di cinque persone: i coniugi Fabrizio Nencioni (39 anni) e Angela Fiume (31 anni) con le loro figlie Nadia (9 anni) e Caterina (appena 50 giorni di vita) e lo studente Dario Capolicchio (22 anni), nonché il ferimento di 38 di persone. Tale attentato viene inquadrato nella scia degli altri attentati del 1992-1993 che provocarono la morte di 21 persone (tra cui i giudici Falcone e Borsellino) e gravi danni al patrimonio artistico.
Nell’articolo dedicato dal titolo «Subito alle urne» a cura di Paolo Mieli possiamo leggere:
«Un tuono nella notte. Urla. Disperazione. Feriti. Morti. E al mattino successivo pianto, disperazione. Il Paese intero svolge lo sguardo  a Firenze che in questo giorno terribile torna ad essere la capitale d’Italia: dapprincipio l’apprensione è per le vittime; poi per le opere d’arte. Finché il giudice Vigna non ci informa che è stata una bomba. E, a questo punto, mentre si accavallano le prime rivendicazioni e interpretazioni, l’apprensione si trasforma in incubo»
Carlo Bo nel suo articolo dal titolo «Contro un simbolo» scrisse:
«Torna dopo cinquant’anni il segno tragico della violenza nel cuore di Firenze e, se possibile, torna con un grado di spietatezza che neppure la guerra aveva raggiunto»

Il passato è la memoria del presente.


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Il Corriere della Sera di venerdì 28 maggio 1993

«L’attacco terroristico è stato attuato con cento chili di tritolo, ma per lunghe ore, in una città comunque sconvolta dalla sciagura, si era continuato a pensare a un incidente. Invece, nella tarda mattinata, i dubbi hanno lasciato posto alla certezza più sconvolgente: qualcuno aveva piazzato un’autobomba. Tredici giorni dopo l’attentato romano ai Parioli, l’offensiva nel cuore di Firenze, una sfida a tutto il Paese.»

Baglivo, Lattes e Monti

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«La cosa essenziale del giornale è il fatto che è in grado di ordinare e organizzare il mondo che ci entra in casa. L’arte di fare un giornale, infatti, consiste nel non riflettere semplicemente e passivamente la realtà, ma nel darle una forma. Giornale è sinonimo di ordine e di regolarità. Altrimenti non avrebbe senso. Questo ordine viene prodotto e stabilito ogni giorno, sempre di nuovo. E così, la mattina alle sette, il mondo può tornare a essere in ordine. E dopo la nostra lettura il caos può nuovamente fare la sua irruzione»

Wilhelm Schmid, La pienezza della vita, 2006

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