Terremoto della Marsica (Avezzano)

⇒ 13 gennaio 1915, terremoto della Marsica (Avezzano). Noto anche come terremoto di Avezzano, fu un drammatico evento sismico, tra i principali sismi avvenuti in Italia per forza distruttiva e numero di vittime, che devastò il territorio marsicano, in Abruzzo, e le aree limitrofe del Lazio, come la valle del Liri e il Cicolano, causando secondo il servizio sismico nazionale oltre 30000 morti e per questo ricordato come uno dei più forti e devastanti terremoti del Novecento.

L’entrata dell’Italia nel primo conflitto mondiale, d’altra parte, impedisce un impegno immediato dello Stato sul territorio abruzzese, ma porta l’Amministrazione ad individuare strutture ed articolazioni proprie relativamente al soccorso e alla ricostruzione in caso di catastrofi, che vedranno un’evoluzione nella seconda metà degli anni Venti.

La prima pagina del Corriere della Sera di giovedì 14 gennaio 1915 dedica l’intera prima pagina al triste evento.

«La sciagura s’è abbattuta fulminea su alcune tra le più belle regioni d’Italia. Iermattina una violenta scossa di terremoto ha, nel lampo di pochi secondi, gettato sulla strada popolazioni atterrite, abbattuto cittadine fiorenti e tranquilli paesi, ucciso migliaia di italiani, scagliate frane e macerie, mentre la vita inconscia e serena s’affacciava alla luce del giorno nuovo» […] «Il passato risorge. Triste privilegio di questa nostra Italia! Essa sola tra le nazioni civili sa queste enormi battaglie telluriche perdute senza combattere, contro le quali non valgono nè ardore, nè valore, nè forza di sacrificio, nè accortezza di resistenza . Un nemico che non si conosce, che non si attende, è sempre in agguato».

La terribile ecatombe non fu proceduta da scosse premonitrici e lo sciame di propagò sul territorio con bassa intensità per i successivi quattro anni.

Terremoto della Marsica (Avezzano)

Corriere della Sera di giovedì 14 gennaio 1915

«Gli scampati al disastro si sono impadroniti dei vagoni disponibili al deposito della stazione e con l’aiuto di vari ferrovieri hanno fermato un treno ove sono stati collocati anche numerosi feriti. “Dai finestrini del treno, percorrendo lentamente la strada ferrata, vedevamo le case cantoniere tutte abbattute e le famiglie appena ricoperte di pochi panni, scaldarsi intorno a focolari improvvisati. Il treno procedeva lentamente arrestandosi specialmente al passaggio dei ponti che erano prima ispezionati per vedere se avessero sofferto dalla scossa”»

Redazione Corriere della Sera

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